Edizione 2010

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21 agosto 2010, Partita del cuore o dei polmoni (ovvero Vecchie Glorie / Vecchie Seghe). Che dire se non che è stata, come sempre, partita vera. Non me ne vogliano i partecipanti se troveranno imperfezioni in questa ricostruzione della gara e dell’evento.

Vado a braccio con l’aiuto della mente, senza riferimenti temporali e con addosso la maglia bianca delle Vecchie Glorie. L’evento non era partito con i migliori auspici visto che un nubifragio aveva colpito Lucoli e dintorni. Erano quasi le 16,00 (orario di inizio della partita “baby”) quando il terreno di gioco si presentava praticamente allagato, cancellando un mese di lavoro di preparazione dell’evento. La disperazione era totale! Poi pian piano, il terreno arso come non mai, i piccoli canali di scolo verso l’esterno, hanno favorito la sistemazione del campo di gioco. La pioggia era sparita e da più parti, alla spicciolata, arrivavano le macchine che accompagnavano le future glorie per la partita baby. Un primo ringraziamento di cuore, pertanto, va ai temerari genitori che, nonostante il tempo avverso, hanno accompagnato i loro figli per la partita in programma. Al riguardo c’è stata una buona partecipazione visto che siamo riusciti a disputare due partite “baby”: la prima con i bambini con età compresa tra 6 e 9 nove anni, la seconda con i bambini più grandi (10 – 13). Tante corse su un terreno bagnato ma comunque praticabile con a bordo campo genitori, parenti e amici pronti ad incitare gli straordinari bambini presenti. Alla fine di questo primo incontro “baby” (il primo nella storia dell’evento “partita del cuore o dei polmoni”), un improvvisato “nutella party” aspettava i giovani piccoli campioni per la meritata merenda. A seguire la premiazione con assegnazione, ad ogni partecipante, di una medaglia ricordo. Terminata la partita “baby”, largo alla classica d’agosto. Non si può non notare che le Vecchie Glorie (quest’anno con la maglia bianca) schierano sempre un nutrito gruppo di giocatori a dimostrazione del fatto che il tempo, l’età, qualche acciacco fisico, non contano davanti alla voglia di ritrovarsi, annualmente, per questo simpatico e consolidato evento. Anche quest’anno molti giocatori con età compresa tra i 50 e i 60 anni; tutti in campo, senza paura. Diversamente, le Vecchie Seghe (in maglia rossa) hanno schierato giocatori sicuramente più giovani e con maggiore forza fisica. Si inizia al fischio dell’arbitro (in divisa verde) Piero Carducci detto “Petata”. Le Glorie partono bene grazie ad un assetto difensivo consolidato (sulla linea difensiva si sono alternati Mario detto “Foggio”, Marino o “mannaggia quiju porco”, Pasquale di Barano, Giovanni o “Cacò”, Santino o “Sardino”, Massimo o “Zippò” (abbampaji). Davanti alla difesa, un centrocampo di tutto rispetto con Stefano (Bistefano), l’intramontabile Miocchi, Nando detto “Chiodino” e Michele detto “Miccheletta”. Hanno dato man forte a centrocampo il grande Giovanni (Signò) e il sempre presente Massimo (Sor Patacca). In avanti, con un campo pesante, Fausto (Moscò) e Giulio (Giubbano). Tra i pali delle Glorie, Compare Domenico insieme alla sua affezionata lombo-sciatalgia. Alla fine del primo tempo, arrivava a dar man forte alle Glorie Paolo detto “Cranio”, pronto ad abbandonare un pranzo nuziale … complimenti a Lui. Rispondono le Vecchie Seghe con Luigi detto “Grifò” (tra i pali). In difesa Giuseppe (Pressiò), Angelo (Rufo), Vittorio (Dottò), Peppe delle Piai e Marino di San Nicola. Linea di centrocampo con Angelo (Menestra), il Cinghiale Valerio, Claudio (Caiò), Francesco (Boskov), Mauro Ju Cotturu, Silvio (Silviella). Gli avanti: Luca, Tony (Fenocchio) e Andrea (Cadaverone). Ovviamente la partita era a 11 ed i giocatori indicati si sono alternati con cambi regolari. Si gioca a viso aperto con continui capovolgimenti di fronte. Entrambi le squadre hanno la possibilità di andare in goal. Sfortunata la difesa delle Glorie quando, con un tentativo di alleggerimento sul portiere (colpito da mal di schiena), sono costrette a capitolare di fronte ad un pallone “insignificante” che scivola verso la rete spinto da Fenocchio. Le Glorie non mollano e tornano ad attaccare con il rischio di scoprirsi. Il Cinghiale Valerio colpisce, da fuori area, la traversa delle Glorie. Si grida al goal ma la palla non è entrata. Capovolgimento di fronte immediato con Signò che invita, con una precisa verticalizzazione, Bistefano al tiro. E’ il meritato pareggio. Si prosegue senza interruzioni. Il ritmo è alto e si accompagna ad un sano agonismo. Le Glorie vanno ancora in vantaggio con Giubbano che sfrutta un’incertezza difensiva delle Seghe. Poi arriva il pareggio del Cadaverone, anche lui pronto a sfruttare una palla morta che va verso il palo (complice la lombo-sciatalgia di Compare Domenico). Si lotta ancora in campo, senza paura e senza il timore di prendere goal; l’importante è disputare una bella partita. Il Cinghiale Valerio ricorda di avere un buon tiro e scarica un sinistro, non irresistibile, che si insacca in rete appena sopra le “colpevoli” braccia (non ben tese per la parata) di Compare Domenico (accettiamo, quale attenuante, la già citata e famosa lombo-sciatalgia). Le Glorie ripartono a testa bassa alla ricerca del pareggio. Miocchi reclama un rigore che Petata non si sente di fischiare. Non contento, l’amico Luculano entra nuovamente in area seminando il panico. Ci sono scontri, rimpalli, contrasti; alla fine la palla schizza sul piede sinistro di Miocchi che, pronto a calciare, colloca la palla in rete con una straordinaria parabola. Di nuovo il meritato pareggio … 3 a 3. Vecchie Glorie ancora in avanti pronte a spingere le Vecchie Seghe nella loro area. Di nuovo una mischia in area con Moscò pronto a calciare verso la porta una palla che, deviata dalla difesa delle Seghe, gonfia la rete. 4 a 3 … in vantaggio le Glorie. Le forze scendono e ci si appella all’arbitro affinché fischi la fine delle ostilità. Petata non fischia forse ricordando che un tempo era il C.T. delle Seghe. Non si sa se la partita sia finita; sta di fatto che una palla scaraventata nell’area delle Glorie incontra l’accorrente Cadaverone (forse in posizione irregolare) per il definitivo 4 a 4. Anche quest’anno saranno i rigori a decretare la squadra vincitrice. Le Glorie partono, ovviamente, svantaggiate non fosse altro per il mal di schiena di Compare Domenico che limita non poco la sua proverbiale reattività. Dall’altra parte, invece, un rinnovato Grifò, agile e pronto con ben 10 chili in meno rispetto alla passata edizione. La sentenza è inesorabile … vincono le Seghe grazie ai due rigori sbagliati dalle Glorie (Sor Patacca calcia fuori mentre Zippò, ipnotizzato da Grifò, si fa parare un rigore senza grosse pretese). Decisivo il rigore di Rufo che insacca Compare Domenico nonostante il tiro fosse disturbato dal lancio di una bottiglia di plastica. Da notare, in ogni caso, il finale di 4 a 4 a dimostrazione del grande equilibrio presente sul terreno di gioco. La serata si chiude con l’ottima cena presso l’agriturismo Ruella … tanti antipasti, primi ed arrosto. Le immancabili premiazioni vedono vincitori: Pasquale di Barano (giocatore più anziano, 1954), Rufo (migliore in campo per il suo grande apporto nel reparto difensivo … un vero mastino!), Mannaggia quiju porco (la più sega; votato, nonostante la sua ingiustificata assenza alla cena >>> a parte si potranno leggere le motivazioni relative alla consegna del premio). Insomma, per dirla con parole semplici, … tutto bene. Felici per il buon esito della manifestazione, voglio ribadire lo spirito che muove la “partita del cuore o dei polmoni”. E’ lo spirito del gruppo nello sport, il ritrovarsi, dopo tanti anni, a correre (oggi, un po’ meno!) felici dietro un pallone su un campo di calcio. Per tutti noi, un modo per ricordare tante belle battaglie affrontate, con sano e leale agonismo, un po’ su tutti i campi della provincia. Le emozioni non hanno età; si provano e basta. Da quest’anno, anche la partita “baby” (con il suo successo) a dimostrazione del fatto che il tempo vissuto nello spogliatoio e poi in campo, è un “tempo buono” che ogni bambino dovrebbe vivere. Da queste piccole-grandi cose nascono amicizia, lealtà, correttezza e, perché no, speriamo qualche buon giocatore. Un grazie di cuore a chi, ogni anno, con grande impegno e sacrificio, si prodiga affinché tutto riesca al meglio (gli organizzatori >>> Stefano Carnicelli, Tiberi Valerio, Sergio Corpetti, Claudio Carducci ed Andrea Tiberi). Un altro grazie a tutti gli sponsor (presenti sul nostro sito) per le risorse donate a favore dell’evento. Grazie all’amico Fernando Miocchi per aver messo a disposizione il campo di Lucoli. Grazie all’amico Gino Marotta sempre pronto ad offrirci coppe e trofei. Un saluto a tutti e alla prossima edizione … quella del 2011; sempre con rinnovata voglia.

 La Più Sega

Sabato 21 Agosto 2010

I partecipanti alla cena annuale della “partita del cuore o dei polmoni” (ovvero Vecchie Glorie / Vecchie Seghe), in merito all’elezione, per l’edizione 2010, del calciatore “più sega” (ovvero colui che, forse, in campo ha dato meno rispetto a quello che avrebbe potuto dare), all’unanimità decretano quanto segue.

Premettono che:

  • il Sig. Marino Di Marzio (detto “Mannaggia quiju porco”) ha partecipato alla partita 2010 forse in non perfette condizioni fisiche;
  • prima dell’avvio delle ostilità, in un banale ed amichevole contrasto con il compagno di squadra Mario (detto “Foggio”), rotolava a terra sporcando vistosamente la gloriosa maglia bianca delle “Vecchie Glorie”
  • sono mancate le sue solite perfomance come le fughe sulla fascia, i lanci con rincorsa a volte impossibile del pallone, la marcatura arcigna sull’avversario;
  • Il Sig. Marino Di Marzio ha “preferito” vedere una partita del tipo “scapoli/ammogliati” (cioè Inter – Roma) piuttosto che essere presente alla cena 2010 che si è tenuta presso l’Agriturismo Ruella (dove, peraltro, era presente un adeguato impianto audio video per visionare le fasi salienti di questo incontro “minore”);

Tutto ciò premesso:

I Partecipanti tutti, decretano che il premio “la più sega” per l’edizione 2010 può essere meritatamente assegnato all’atleta Marino Di Marzio detto “Mannaggia quiju porco”

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